di Cristiano Tancredi

A poco più di un mese dal World Cleanup day 2022, sono tornato in Caffarella per verificare lo stato del luogo curato da centinaia di cittadini attivi e tra lo stupore, ho definitivamente compreso che lì dove nasce la vita dal degrado, dove anche un singolo messaggio va a segno, dove una sola persona viene spinta ad aprire gli occhi e non vivere più assuefatta dall’apologia del degrado, proprio lì si incarna la speranza che un’alternativa ad un rovinoso e ineluttabile futuro sia ancora possibile. In quel prato in prossimità del Sacro Almone, fino a poco tempo fa arido e con rifiuti sparsi, la vegetazione ha ripreso il suo spazio e nel giro di pochi metri sono apparse numerose specie erbacee come: la menta a foglie rotonde, l’erba mazzolina, l’ortica annua, la cicuta maggiore, la bardana minore ecc.
La cosa più emozionante di tutte, però, è vedere il fiume scorrere e sapere di aver contribuito, in qualche modo, a quell’armonica e affascinante fluidità. Il tappo di spazzatura che congestionava le acque ora non c’è più e seppur l’intervento è tutt’altro che finito in quanto persistono molti rifiuti lungo le sponde, al sol rimembrare lo stato del luogo, in precedenza apparso agli occhi dei volenterosi Retakers, c’è da gridare al miracolo. Niente di trascendentale è qui però intervenuto bensì gambe, braccia ma soprattutto cuori di chi crede in un ideale di Bellezza che possa ancora smuovere le coscienze, inaugurando una nuova grande stagione di partecipazione per la difesa dei beni comuni.
Oggi, splende un radioso sole sulla Valle della Caffarella e tutto intorno pare affermare che la strada percorsa, seppur difficoltosa e tortuosa, sia quella giusta ma soprattutto che un nuovo equilibrio tra i Sapiens e ambiente non solo sia possibile ma necessario per tramandare bellezza e speranza a chi calpesterà questa terra dopo di noi.

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